La qualità della vita a Torino secondo i giovani: bisogni, richieste, speranze e molto altro
Report che analizza la percezione della qualità della vita dei giovani di Torino, mettendo in luce i loro bisogni, le loro richieste e speranze, l’approccio verso il Terzo Settore e molto altro.
Progetto in collaborazione con: Comitato provinciale di Torino per l’UNICEF, Acmos, Centro Interculturale della Città di Torino, parrocchie dell’Unità Pastorale 20.
Da diversi anni ormai si sente parlare molto spesso della necessità di dare un ruolo primario a ragazze e ragazzi in diversi ambiti. Mancano tuttavia “strumenti” che possano rendere protagoniste le energie della giovane età, di chi vuole immaginare un futuro migliore o, comunque, diverso.
Il progetto nasce quindi dall’intenzione di dare voce ai giovani torinesi dai 15 ai 29 anni indagando il rapporto con il proprio quartiere e con il contesto cittadino in cui sono immersi. L’intento è stato quello di stimolare un approccio e una partecipazione giovanile “dal basso”, in prospettiva delle discussioni a supporto dello sviluppo dell’intera comunità.
La rilevazione sulla città di Torino del sentiment dei e delle giovani rispetto alla vita nel proprio quartiere nasce grazie a un primo lavoro effettuato da Omnia Torino all’interno dell’oratorio salesiano Michele Rua di Barriera di Milano, “periferia” nord di Torino. Questa survey, iniziata nel novembre 2020 e conclusa nel gennaio 2021, ha rappresentato il primo passo rispetto al progetto più ampio oggetto del presente documento.
Il report, elaborato da Omnia Torino con il prezioso supporto del Comitato Provinciale di Torino per l’UNICEF, di Acmos, del Centro Interculturale della Città di Torino e di numerosi altri enti e parrocchie del territorio, si è posto le seguenti finalità:
La strategia di raccolta dati che è stata adottata parte dal coinvolgimento attivo dei diversi enti partner che, sfruttando i propri canali, hanno ramificato la distribuzione di un questionario a cui hanno risposto in totale 511 giovani torinesi.
L’analisi dei dati ha permesso di strutturare il report in varie sezioni:
Di seguito uno dei grafici relativi alle varie analisi contenute nel report:
Il primo “campanello d’allarme” riscontrato riguarda il dato sull’emigrazione: il 38% dei e delle giovani rispondenti andrebbe via dal proprio quartiere, spostandosi in altre zone della città, all’estero o in altre parti del Piemonte e d’Italia. Ma la pandemia ha minato diverse certezze, portando a cambi nelle proprie convinzioni, o una crescente sensazione di insicurezza o ancora una modifica nella situazione economica propria o familiare. Problematiche da non sottovalutare e che potrebbero acutizzarsi con il proseguire dell’emergenza sanitaria.
Diverse sono le differenze economiche e sociali tra le varie zone cittadine.
In generale possono essere fornite alcune indicazioni. La popolazione giovanile apprezza i seguenti aspetti della città di Torino:
Più di un giovane su due, per ogni circoscrizione, riconosce il valore e la presenza del verde che lo circonda. Le istituzioni scolastiche, soprattutto quelle pubbliche, sono di buon livello in diverse aree di Torino ma con alcune differenze tra le 8 circoscrizioni. L’eccellenza delle piccole e medie imprese si contrappone alla mancanza di lavoro (punto negativo).
Tra i servizi offerti, i collegamenti pubblici sono presenti ma i mezzi, in numero sufficiente, sono sovraffollati praticamente ovunque.
Tra gli elementi negativi:
Da ciò che emerge, Torino appare una città poco attenta alle esigenze della popolazione giovanile e alle problematiche specifiche di diverse circoscrizioni. A rafforzare questa percezione concorrono i pochi stimoli alla vita culturale, forse anche riconducibili alla scarsa o inefficace sponsorizzazione degli stessi, più una debole cultura diffusa sul territorio e la mancanza di progetti ritenuti utili per i bisogni specifici dei quartieri.
Un aspetto che colpisce riguarda la brutta reputazione del quartiere: nella circoscrizione 6, ben il 75% dei rispondenti conferma tale fattore, mentre nelle circoscrizioni 1, 2 e 3 il problema è praticamente inesistente. In alcune parti della città, inoltre, viene riscontrata la mancanza del rispetto dei luoghi comuni da parte dei propri abitanti.
I problemi derivanti dall’emergenza sanitaria pongono serie riflessioni sul futuro delle città: l’acutizzarsi di questioni economiche e sociali potrebbe portare a situazioni insostenibili, soprattutto per quelle fasce della popolazione che, in Italia, rischiano di trovarsi con meno garanzie e più difficoltà: i giovani.
Questo lavoro rappresenta, nel suo insieme, un passo verso la costruzione di un metodo di ascolto e partecipazione continuo nel tempo dei giovani e per i giovani, ma utile alla cittadinanza nel complesso. Un’aggiunta importante all’idea di realizzare un processo simile a quelli della better regulation, coinvolgendo ragazze e ragazzi attraverso forme di democrazia partecipativa, costruendo percorsi per progettualità e interventi subordinati alla preliminare presenza e ascolto delle nuove generazioni.